Campsirago Residenza
dai 3 anni
60 min.
Sabato 24 giugno, ore 16.00
Domenica 2 luglio ore 11.00

Tre attrici raccontano: senza parole, danno vita a una nuova versione della favola classica attraverso il gioco con la paglia, il legno e la terra e animando tre piccoli maialini, una scrofa e il lupo. I tre porcellini non sono tre fratelli ma tre sorelle, non costruiscono da sole per difendersi ma condividono le loro case per arrivare a inventarne insieme una imbattibile, in una “bioedilizia” fantastica.

Di fronte a una casa di tale unione il lupo non potrà fare altro che esser invitato ad entrarvi!

Quello che mi ha sempre attirato de I tre porcellini era l’idea di costruire un’intera casa solo con paglia, legno e mattoni. L’interesse per il materiale prevaleva nel mio immaginario d’infanzia sullo svolgersi stesso della favola dove il lupo perde. I tre petulanti porcellini nel musical Disney del ‘33, con l’indimenticabile ritornello, non suscitavano in me simpatia; mi divertiva di più intravedere la casa di paglia con il dettaglio dello zerbino, la casa di legno con la porta che restava in piedi senza pareti e un pianoforte di mattoni.

Quando da adulta ho scoperto i cantieri partecipativi della bioedilizia in paglia e terra cruda ho pensato subito a loro, ai i tre porcellini. Al posto dei mattoni c’era la terra ma questo non mi allontanava dall’idea che se si fossero messi insieme a costruire avrebbero creato una casa in bioedilizia dove vivere e fronteggiare il lupo. L’ipotesi che la favola sia stata inventata dalla lobby del mattone per incentivare l’edilizia ha ulteriormente acceso la mia curiosità. La favola appare per la prima volta nel 1843 in una raccolta inglese: il porcellino diligente che si salva è un gran lavoratore, al contrario degli altri due che suonano e ballano tutto il giorno e costruiscono le loro case in quattro e quattr’otto. Ottimo modo di pensare per chi puntava allo sviluppo industriale di fine 800, la borghesia nascente.

Poi ho letto I tre porcellini di Giusi Quarenghi. Nel bellissimo albo illustrato da Chiara Carrer, la storia porta una rivoluzione alla trama: la casa del porcellino, anzi della terza porcellina, è un cerchio di fuoco che permette di stare insieme al sicuro senza chiudersi dentro quattro mura. Scopro anche che lo spazio del Sumo è costruito con paglia, terra e legno. Questa coincidenza mi apre a nuove associazioni con il mondo orientale dove la paglia è il triangolo, il legno il quadrato e la terra il cerchio.

Da tutto questo nasce l’idea dello spettacolo. C’ è un lavoro sui materiali antichi: la paglia della raccolta del grano, il gioco del costruire capanne di legna, il profumo della terra. Poi c’è il teatro di figura che ci permette di aprire al mondo onirico. Anna Fascendini, regista.

Biglietto cortesia per gli abitanti dei comuni di Olginate e La valletta Brianza (per lo spettacolo che va in scena nel proprio Comune di residenza): € 5 
Per prenotare i biglietti cortesia compilare il modulo di prenotazione:

Modulo per i residenti di Olginate

Modulo per i residenti di La Valletta Brianza
da un’idea di Anna Fascendini | drammaturgia Sofia Bolognini | oggetti scenici e marionette Mariella Carbone | musiche Luca Maria Baldini | in scena Barbara Mattavelli, Benedetta Brambilla, Sara Milani | regia Anna Fascendini | produzione Campsirago Residenza
Dove
Villa Sirtori, Olginate
Piazza Marchesi d’Adda, Olginate
Antica chiesa di Perego, La Valletta
Via Cantù 2, La Valletta Brianza