Carlotta Viscovo
Performance site-specific dello spettacolo teatrale L’ESTASI DELLA LOTTA
Sabato 29 giugno 2024
Il legame tra movimento corporeo e scultura, tra vita e arte, è centrale nel lavoro e nel rapporto tra Camille Claudel e il suo maestro Auguste Rodin. La scultura è mestiere da imparare e libertà creativa da mettere in atto, un’arte che richiede lavoro pratico e fisico, faticoso. Il carattere effimero della performance cerca innanzitutto di restituire ciò che la Claudel cercava nella scultura e cioè la sfida di rendere il movimento nella fissità della pietra.
Come sublimare il problema della morte nella finitezza della scultura, dandole il movimento in un perpetuo respiro… C’è, inoltre, un altro elemento importante che guida lo studio. Camille Claudel si concede come modella e amante ad Auguste Rodin, ma vuole anche essere riconosciuta, dopo essere stata sua allieva, come sua collega. Vuole essere creatura desiderata a creatrice desiderante. Nutrire e nutrirsi. Ma anche forse competere e superare. Tra l’artista e la modella si crea una tensione erotica, a tratti conflittuale, che trova la sua risoluzione nell’opera che ne nasce.
Ne IL CORPO DELLA LOTTA, in uno spazio all’aperto in mezzo alla Natura,
il corpo della performer si fa scultura e dialoga con la scultura di Claudel, si pone in scena come opera d’arte e artista, mentre lo scultore disegna ispirato da ciò che accade. Dietro e insieme a questo, la performer indaga, anche attraverso la parola, qual è il rapporto tra corpo e protesta, tra la dimensione intima e il ruolo politico dell’artista, tra l’arte e il mercato, l’ambizione e l’autosabotaggio. In una tensione continua con l’occhio al quale si concede e che se ne nutre. I testimoni di ciò che accade potranno scegliere da dove guardare, girare loro intorno, cambiare punto di osservazione, come quando si osserva una scultura nella sua tridimensionalità.
L’artista deve trovare sempre un compromesso tra idea e materia, tra desiderio e sistema del mondo in cui lavora. È un compromesso sempre drammatico, che la Claudel ha vissuto, a un certo punto, come impossibile da gestire. Indaghiamo il suo dramma per indagare il nostro. Indaghiamo perché la stessa statua è guardata e rinominata più volte da Camille. Il filtro del linguaggio – il titolo dell’opera – sposta continuamente la Verità.
Ne trova una più profonda o si allontana da essa? O la sua mente ne crea una parallela, rendendola folle per chi non la può comprendere? Camille si ritira nel silenzio per abbandonare la logica del linguaggio verbale. C’è un elevarsi e uno sprofondare.
La parola come strumento di lotta non basta, occorre tornare al corpo, farlo vibrare nella sua potenza.
L’errore di Carlotta Viscovo è stato forse separare la protesta dal palcoscenico, occorre invece mettere in Arte la protesta, incarnandola.
Note di regia
L’artista Camille Claudel abita in me dal 2004, da quando ho visto le sue opere a Parigi. Da quel momento ho desiderato raccontarla, per toglierle il suo ruolo di vittima paranoica e di amante abbandonata. Volevo rendere onore alla sua opera. Colpita dalla forza delle sue sculture sentivo l’esigenza di indagarne la forma attraverso il mio corpo, per coglierne profondamente la pulsione e la potenza.
Nel 2011 ho conosciuto a Padova lo scultore Ettore Greco, grande esperto dell’opera e delle vite di Rodin e Claudel, e il desiderio di raccontare Camille è tornato prepotente.
Nello svolgersi del mio percorso artistico, accompagnato da un impegno sindacale attivo fuori dalla scena, per le rivendicazioni dei diritti degli artisti, oggi credo di capire che ciò che voglio veramente dire e difendere non può che arrivare dal profondo silenzio, dal corpo. Ma la lotta è pur necessaria. La fragilità dell’artista va protetta e difesa. Il caos che le contraddizioni dell’umano provocano nell’ordine della società può essere assunto con amorevolezza e senza panico solo attraverso l’arte. Carlotta Viscovo
Un progetto di CARLOTTA VISCOVO | con CARLOTTA VISCOVO ed ETTORE GRECO | drammaturgia ANGELA DEMATTE’ | supervisione dei movimenti ALESSANDRA CRISTIANI | dramaturg ALICE SINIGAGLIA | musiche e progetto sonoro | MARCO MANTOVANI supervisione ai costumi MARGHERITA BALDONI | una co-produzione TrentoSpettacoli | Elsinor Centro di Produzione Teatrale | LAC Lugano Arte Cultura | con il sostegno di Qui e Ora Residenza Teatrale, Campsirago Residenza_ Il Giardino delle Esperidi Festival