di Campsirago Residenza
performance itinerante di teatro immersivo
Domenica 6 luglio ore 16.00, Olgiate Molgora.
Partenza da Piazza della Stazione.
Durata 90 min. circa
Da dove si comincia? I muscoli si tendono. Una gamba è il pilastro che sostiene il corpo eretto. Tra il cielo e la terra. L’altra è un pendolo che oscilla da dietro. Il tallone tocca la terra. Tutto il peso del corpo rolla in avanti sull’avampiede. L’alluce prende il largo, ed ecco, il peso del corpo in delicato equilibrio, si sposta di nuovo. Le gambe si danno il cambio. Si parte con un passo, poi un altro, e un altro ancora, sommandosi come lievi colpi sul tamburo, formano un ritmo: il ritmo del camminare.
Il tema della performance è il cammino nell’evoluzione della storia dell’umanità e il cammino in relazione al tempo presente e alla società contemporanea. Lo studio è partito da un testo fondamentale: La storia del camminare di Rebecca Solnit, il principale tentativo di ricostruire in modo sistematico il ruolo del cammino nella civiltà e nella cultura occidentali.
L’antropologo Andrè Leroi-Gourhan sosteneva che l’uomo divenne uomo quando liberò mani e bocca dai vincoli dei quattro appoggi. Divenne in sostanza uomo da quando imparò a camminare, rendendo sostanziale la posizione eretta. Per Leroi-Gourhan più che animale razionale, più che bipede implume, l’uomo è l’essere camminante per eccellenza. “La storia dell’umanità inizia allora con i piedi […]. L’umanità è in cammino, da sei milioni di anni. Per molti aspetti siamo sapiens grazie alla capacità di spostamento sulle lunghe distanze che ci ha portato lontano, a esplorare di volta in volta i nostri limiti, ad attraversare e incorporare paesaggi per poi trasformarli, a ponderare le nostre capacità adattive in ambienti sempre nuovi, a plasmare un cervello che deve alla plasticità e alla flessibilità la sua unicità.” Già Aristotele aveva definito il camminare ciò che definisce e contraddistingue l’umanità.
Il camminare somiglia ad una lettura/scrittura. Il camminare è anche usato come linguaggio performativo finalizzato a trasmettere messaggi espliciti in una dialettica collettiva di tipo politico/democratico. Le avanguardie artistiche del Novecento portarono alle estreme conseguenze il significato di critica sociale attribuito all’attività del camminare. Per i Dada il percorrere a piedi gli spazi banali e marginali della città equivaleva a contrapporre all’estetica dominante un’estetica ludica e performativa.
Nel corso dell’esperienza in cammino si scopre il vagabondare poetico, la strada come luogo della percezione di pericolo, la pratica dei pellegrinaggi, delle marce, delle manifestazioni, dei pride, per arrivare, infine, a un incontro con il mondo del meditativo nella riconnessione con il proprio IO corporeo e spirituale.
Essendo il camminare individuale e collettivo uno dei modi di occupare lo spazio pubblico, la storia del camminare è anche inevitabilmente una storia del rapporto tra spazio e società, e quindi della relazione tra democrazia e spazio pubblico. C’è quindi un tema politico molto forte dietro il cammino. I più grandi cambiamenti di rotta politica e culturale, così come le grandi rivoluzioni della storia, sono quasi sempre avvenuti tramite l’appropriazione di piazze e strade grazie a marce, manifestazioni, grandi camminate comunitarie. Non manca un omaggio alle madri di Plaza de Mayo che, dal 30 aprile 1977 ogni settimana, continuano a camminare in senso antiorario intorno all’obelisco dell’omonima piazza indossando fazzoletti e cartelli con i nomi dei figli scomparsi, in un rituale in cui non è concesso dimenticare e in cui la memoria recupera il proprio significato più profondo. Camminando.

una performance di Michele Losi | con Michele Losi, Stefano Pirovano, Marialice Tagliavini, Giulietta De Bernardi| elementi di scena e costumi Stefania Coretti | musiche originali Luca Maria Baldini e Nori Tanaka | coaching attorale Sebastiano Sicurezza | movimento Filippo Porro_Azioni Fuori Posto | testi di Michele Losi con la collaborazione di Sofia Bolognini | una produzione di Campsirago Residenza | con Omnicent Ukiha / D:DNA | fotografie Alvise Crovato