
Tutti gli spettacoli e i concerti da giovedì 3 a domenica 6 luglio
Comuni di Olginate, Colle Brianza e Olgiate Molgora
Dopo la prima giornata inaugurale, entra nel vivo Il Giardino delle Esperidi Festival organizzato da Campsirago Residenza, con un weekend ricco di spettacoli, performance itineranti in natura e concerti nei comuni di Olginate, Colle Brianza e Olgiate Molgora. Evento di punta del fine settimana è la performance che va in scena nella notte tra il 5 e il 6 luglio Persephone La Notte – L’alba si presentò sbracciata e impudica della compagnia milanese Phoebe Zeitgeist, prodotta da Il Giardino delle Esperidi Festival in collaborazione con Associazione Terzo Paesaggio: un progetto site-specific e unico proprio perché creato appositamente per il festival.
Si inizia a Olginate giovedì 3 luglio alle 17.00 con il convegno “Nutrimenti” a cura di Cresco, con la presenza straordinaria di Mons. Franco Giulio Brambilla Vescovo di Novara; segue alle 20.00 lo spettacolo Un Mare di Giada di Sista Bramini O Thiasos TeatroNatura.
Venerdì 4 luglio (dalle ore 16.00 alle ore 20.00; sei spettatori alla volta) è la volta dello spettacolo Attorno a Troia_Troiane del Teatro del Lemming, drammaturgia, musica e regia di Massimo Munaro. Il lavoro mette al centro, come è proprio della poetica della compagnia, la relazione diretta e prossemica con lo spettatore ed è la seconda parte del ciclo intitolato Attorno a Troia. Lo spettacolo parte dalla rievocazione delle donne troiane, uniche superstiti del massacro, che stanno per salire sulle navi dei vincitori e che saranno trascinate come schiave lontano dalla patria. Attorno a Troia_Troiane porta a riflettere sul nostro presente: alla fine della Seconda guerra mondiale abbiamo sperato che la guerra potesse diventare un tabù. La creazione di organismi sovranazionali come l’Organizzazione delle Nazioni Unite e la stessa nascita della Comunità Europea, sembravano indicare una raggiunta consapevolezza che la terra è una sola e una sola l’umanità che la popola. Oggi anche questa sembra una delle tante utopie crollate nella polvere di fronte al risorgere dei nazionalismi. La guerra continua a proliferare e le parole Libertà, Uguaglianza e Fraternità stridono con la realtà.
Alle ore 21.00 ci si sposta a Campsirago Residenza (Colle Brianza) per la “performance per elettronica e persone” di Sergio Beercock Gotico mediterraneo. Beercock fonde corpo, voce e musica elettronica in un’esperienza musicale e poetica unica, intrisa del concept di isola. Nato in Inghilterra ma cresciuto in Sicilia, porta nella sua performance l’influenza delle due isole e, attraverso cori, body-beats campionati e loop-station, crea un ponte tra influenze urbane ed elementi arcaici mediterranei, rendendo tangibile la dualità delle sue origini. La sua voce, potente ed emotiva, trasmette densità, quasi al limite del gospel, mentre i momenti in cui canta insieme al pubblico aggiungono un’atmosfera corale e partecipativa alla sua esibizione, trasformandola in un rito: un connubio di suono, identità e collettività.
A seguire, sempre a Campsirago Residenza, grande attesa per la potente e attualissima performance Bolier Room Generazione Y di Ksenija Martinovic attrice, autrice e regista serba. Lo spettacolo − Menzione Speciale Premio Scenario 2021 − è dedicato al rapporto tra la musica techno e le guerre (nello specifico le guerre jugoslave, che lei stessa ha vissuto, e il conflitto israelo-palestinese), ma anche alla nostra società sempre più tecnologica dove tutto è “a portata di clic” e al mondo dei social che ci bombarda continuamente di immagini di genocidio e massacri, insieme a pubblicità di prodotti e video di svago. Boiler Room è un’installazione sonora, un luogo di luci fluorescenti e stroboscopiche che pulsano a ritmo di musica e invitano il pubblico a seguirne il movimento. La performance − con Federica D’Angelo, Alessio Genchi, Matteo Prosperi, Ksenija Martinovic e Margherita Varricchio − scavalca il teatro in cerca di altri immaginari per favorire il riconoscimento culturale delle nuove, fragili, generazioni. Lo spettacolo porta a riflettere con grande efficacia su quale potrebbe essere il punto di rottura della musica in una determinata zona di confine, di guerra o di resistenza. Dedicato alla Dj palestinese Sama Abdulhadi, che grazie alla Boiler Room è diventata virale e conosciuta in tutto il mondo come The Palestinian Techno Queen, lo spettacolo fa nascere domande su un’intera generazione di giovani, la “Generazione Y”, i cosiddetti Millenials. Partendo da testi sociologici, come Millennials Rising: The Next Great Generation di Howe, Neil, Strauss e Technoevo di Isidoro Re, la performance si concentra sulle teorie sociopolitiche del filosofo Mark Fisher. Un’esperienza intensa per il pubblico, che viene trascinato dai performer, dalla musica, dai video proiettati (che mostrano anche rave israeliani alle porte di Gaza) e dal drammatico e forte monologo di Martinovic, a vivere un momento di forte impatto emotivo.
Sabato 5 luglio, alle ore 21.00 a Campsirago Residenza – dopo il workshop di Michele Losi nell’ambito della Summer School – va in scena La vita resistente di e con Marcela Serli e Andrea Collavino, un rito collettivo, una partitura a due, dove la verità diventa finzione e la finzione verità, una tragicommedia che si crea snodandosi in modo libero davanti al pubblico; un atto performativo di condivisione dove poter far emergere ricordi personali: i riti e le cerimonie sono azioni capaci di far apparire la vita in chiave festosa e magica, mentre la loro scomparsa la dissacra e la profana, rendendola mera sopravvivenza.
Si prosegue alle ore 22.30 con Concerto fetido su quattro zampe di e con Alice e Davide Sinigaglia, produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione. Ispirato a L’animale che dunque sono di Jacques Derrida e all’album Destroy the Enemy dei DSA, la performance si interroga sull’animalità e sul senso della ferocia in relazione all’evoluzione dell’uomo.
A mezzanotte ha inizio Persephone La Notte L’alba si presentò sbracciata e impudica di Phoebe Zeitgest, regia e ideazione di Giuseppe Isgrò. Il progetto performativo riflette sui rapporti tra l’uomo e la terra e sulla resilienza umana e quella di tutte le altre specie, in dialogo, in conflitto, a confronto. Lo spettacolo conduce il pubblico tra i boschi per un’esperienza che attraversa il tempo e il paesaggio. A partire dalla mezzanotte fino all’alba, tre figure che alludono alla triade mitica di Ade, Demetra e Persefone si contendono il discorso sull’uomo e sulla natura, traghettando il pubblico tra visioni mistiche, invettive, danze. Il percorso parte dal forno comunitario della corte di Palazzo Gambassi e a esso ritorna, attraversando sentieri che celano testi, riti, concerti. Persephone è anche una riserva botanica di tutte quelle parole pronunciate da autrici legate al sentimento di emancipazione dell’umanità da legami sociali, economici e culturali soffocanti. Donne che hanno aperto l’orizzonte di una nuova ecologia, come Anna Maria Ortese e Amelia Rosselli.
Domenica 6 luglio alle ore 11.00 il Festival riprende con la prima nazionale di Storia di un Ruscello di Erica Meucci (produzione Laagam), una danza scritta per un’interprete e una pietra. Il lavoro, in scena nel bosco di Campsirago (partenza da Campsirago Residenza), trae ispirazione dalle idee ecologiche del geografo Élisée Reclus, secondo il quale per ricollocarsi al fianco degli altri esseri è necessario riconoscersi vulnerabili, svincolandosi da un’idea di dominio ed entrando in relazione con gli ambienti che attraversiamo. La danzatrice si muove su una pietra senza mai scendere: questo limite spinge il corpo a riscrivere continuamente le proprie geografie e i propri equilibri, accentuandone la sensibilità verso i mutamenti minimi dell’ambiente, fino a renderli capaci di plasmare e ridefinire il corpo. La figura si staglia nel paesaggio, sperimenta la scena come luogo di vulnerabilità ma anche come spazio intimo e privilegiato di ascolto.
Alle ore 16.00, a Olgiate Molgora (partenza e arrivo Pizza della stazione), va in scena la performance itinerante di Campsirago Residenza Just walking, dedicata cammino nell’evoluzione della storia dell’umanità e in relazione alla società contemporanea. Una biografia in cammino, attraverso testi originali e l’ispirazione di grandi scrittori che hanno tracciato vie filosofiche, poetiche e letterarie del camminare. Una performance immersiva che attinge anche dalle molte pratiche di cammino e che racconta le esperienze pubbliche del camminare come pratica comunitaria: uno dei più potenti atti politici, oggi come ieri.
A Mondonico (Olgiate Molgora), alle ore 18.00, è la volta del concerto Narrazioni sonore per scenari possibili del Giulia Bertasi Trio: atmosfere cinematografiche portano l’ascoltatore in un viaggio sottopelle, alla ricerca di un racconto che possa arrivare là dove le parole si fermano. Come nella colonna sonora di un film non ancora scritto, le note evocano un mondo che lentamente si popola di immagini e personaggi che affiorano da lontano.
La prima parte di Festival si conclude con lo spettacolo tout public INnaturale, una creazione di Emanuela Dall’Aglio (doppia replica ore 20.30 e 22.00 a Mondonico) riallestita da Campsirago Residenza. Un inconsueto scienziato conduce il pubblico alla ricerca di strane creature e dei loro pensieri. Ha così inizio un viaggio che svela la presenza di animali immaginari, intorno ai quali Dall’Aglio ha ideato nuove biografie. INnaturale vede lavorare alla sua rinnovata messa in scena l’autrice del progetto insieme a Michele Losi e agli attori e attrici di Campsirago Residenza: una nuova drammaturgia e un nuovo lavoro nel paesaggio che unisce competenze ed esperienze artistiche diverse.
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